Dalle tasse alle bollette, tutti i costi di una “prima casa”

By 31 Luglio 2019Senza categoria

Sei alla ricerca della tua prima casa e ti stai chiedendo quali spese ti troverai ad affrontare, oltre ovviamente ai costi d’acquisto?

Non è del resto facile orientarsi tra tasse, bollette e spese condominiali specialmente se non si è mai vissuti da soli. Ci si può spaventare dinanzi ai possibili costi da sostenere.

Secondo una ricerca condotta dall’Istat e dal Ministero dell’Economia, mediamente, mantenere l’abitazione principale costa circa 942 euro al mese per un totale di 11.304 euro l’anno. Ovviamente, ipotizzando che si abbia un mutuo e includendo le spese per le utenze (energia elettrica, gas, acqua) e quelle condominiali, le tasse sui rifiuti e gli eventuali costi di manutenzione. Costi che differiscono (anche di molto) in base alla città in cui si vive e persino al quartiere di quella stessa città.

Ma, nel dettaglio quali sono i costi che una casa comporta? La prima spesa è, come ovvio, proprio quella dell’acquisto. Oltre al prezzo dell’abitazione in sé, bisogna corrispondere allo Stato determinate imposte; i cui costi sono diversi a seconda che si stia acquistando da un’impresa costruttrice (o di ristrutturazioni) oppure da un privato.

Nel primo caso bisognerà corrispondere all’impresa anche l’IVA (che ammonta al 10% calcolato sul prezzo di vendita) mentre al notaio, che poi le trasmetterà all’Agenzia delle Entrate, bisognerà versare l’imposta di registro, l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale per un totale di 600 euro.

Nel caso si acquisti invece da un privato, le imposte ipotecaria e catastale ammontano a 50 euro ciascuna e l’imposta di registro è del 9% (calcolata non sul prezzo di acquisto ma sulla rendita catastale rivalutata) Cambia però, il discorso, se si tratta di acquisto con le agevolazioni per la c.d. “prima casa”: in questo caso ci sono infatti dei vantaggi. Nel caso di acquisto da impresa l’Iva sarà ridotta al 4% e le imposte di registro, ipotecarie e catastali saranno dello stesso valore, ossia 600 euro totali. Nel caso di acquisto da privato in regime di agevolazione, l’imposta di registro è fissata al 2% (calcolata non sul prezzo di acquisto, bensì sulla rendita catastale rivalutata), le imposte ipotecaria e catastale hanno misura fissa di 50 euro ciascuna.

Alla spesa d’acquisto e alle tasse vanno poi aggiunte i costi per l’atto notarile e le spese per l’accensione del mutuo – che avrà tasso fisso o variabile – la cui rata sarà studiata sulla base delle esigenze dell’acquirente.

E le altre tasse? La c.d. “abitazione principale” non è soggetta a IMU né alla TASI (a meno che non si tratti di un immobile di lusso o di pregio), mentre lo è alla TARI (Tassa sui rifiuti): questa si compone di una parte fissa che si ottiene moltiplicando la superficie calpestabile per la tariffa fissa unitaria stabilita dal Comune di competenza (a cui si aggiunge il 5% a titolo tributario provinciale), e di una parte variabile determinata dalla quantità di rifiuto residuo conferito, comprensiva di un quantitativo minimo obbligatorio. Infine, si aggiungono i costi delle utenze: acqua, luce e gas, tutte determinate dai propri consumi.

Ecco dunque che, ora, potrete avere le idee un po’ più chiare sui costi che vi troverete a sostenere.

(Ida Pesce, Consulente Immobiliare)